lunedì 2 marzo 2020

Il forno a legna



La sfida di oggi era riuscire ad usarlo senza combinare guai. Confesso di aver avuto una discreta ansia da prestazione. Nei miei ricordi d'infanzia la cottura del pane nel forno a legna era uno degli avvenimenti più magici della settimana, per tutta una serie di fattori tra cui il profumo ed il gusto del pane appena sfornato. Infatti al paese, i forni in estate venivano accesi solo una volta a settimana, normalmente di sabato.
La preparazione del fuoco è stata simile a come la ricordavo, è stato solo una questione di riprenderci la mano.
La prima cosa da fare quindi è riempire il forno con le fascine e una manciata di paglia ben secca, poi si accende lasciando il portello aperto, quando la fiamma ha preso e le fascine iniziano a consumarsi si aggiunge legna più grossa, sino ad ottenere un bel fuoco.
Il raggiungimento della temperatura ottimale per la cottura si capisce osservando il colore dei mattoni della volta del forno, ed è importante che tutta la legna introdotta si sia trasformata in brace. 
Per questa cosa mi sono affidato all'esperienza del Nonno, ma direi che dopo un'ora di fiamma c'eravamo.


A questo punto con il tirabraci si libera la zona centrale del forno, che va anche ben ripulita dalla cenere passando velocemente un cencio umido. Questa operazione ha anche l'utilità di umidificare l'interno del forno per avere una cottura migliore. 
Fatte queste operazioni si possono tranquillamente infornare le pizze o le focacce, portate dentro con l'apposita pala. La loro cottura è a controllo visivo. Durante questo periodo non si aggiunge legna che produrrebbe fumo e quindi darebbe alle pizze un gusto sgradevole.
Finita questa prima infornata tocca alle pagnotte, in quantità normalmente bastante per tutta la settimana, io ne ho preparate sei da un chilo ciascuna. Si mettono anche loro nella parte centrale, e prima di chiudere il portello si mette una pentolina di terracotta con dell'acqua. Per il tempo di cottura si va ad esperienza, anche qui il Nonno è stato fondamentale, ma in circa 40 minuti il pane ha terminato la sua cottura. Alcuni lasciano le braci sulla bocca del forno, noi abbiamo preferito lasciarla libera per non avere intralci.
Una volta cotto il pane abbiamo messo dentro il pentolone con i fagioli che è rimasto a cuocere per tutta la notte, in modo da avere una bella zuppa pronta il mattino seguente. Zuppa che con le opportune aggiunte era ottima alla sera.


4 commenti:

  1. Ce l'avevano Antonio e l'Amalia (per noi la Malia), il primo culo di pane appena cotto era per me e per il Bociolo e lo mangiavamo senza niente,

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  2. Io farei un casino. Per fortuna tu hai imparato bene!

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