lunedì 9 marzo 2020

E quindi uscimmo a riveder le stelle (*)

(*) E' l'ultimo verso dell'Inferno della Divina Commedia di Dante. Lo citavo quando riuscivo a venir fuori da una situazione complessa, spesso dopo ore passate in qualche aula d'esame, o in un grigio ospedale in attesa di un responso medico.
Di Coronavirus da queste parti se ne parla poco, non tanto per la volontà di farlo, ma più per una certa indifferenza al mondo dell'informazione e dei social media in generale. Così releghiamo la notizia dei fuoriusciti dalle zone rosse a qualche chiacchiera divertita durante il caffè o con ospiti di passaggio che in questo periodo sono molto rari. Tuttavia ho sempre più l'impressione che questa vicenda sia la punta di una situazione destinata a mutare non solo i comportamenti delle persone, ma anche la società stessa. Sicuramente è, o dovrebbe essere, un momento di riflessione su come alcune categorie siano suggestionabili e propense al panico, quindi manipolabili, ma anche su come sia responsabilità di tutti contribuire al benessere comune e forse alla fine di questo casino potremo dire: ed uscimmo a riveder le stelle.
Rapido cambio di argomentazione
Quelle stelle, fredde spettatrici delle fatiche umane le osservo alla sera rientrando a casa, nel perfetto buio delle notti d'inverno. La loro bellezza mi lascia senza parole ed ho anche provato a fotografarle, ma con pochi e deludenti risultati. Per parte mia riconosco qualche costellazione e mi perdo ad immaginare figure mitologiche formate da stelle che potrebbero non esistere più.

Dunque ero lì a contemplare la notte, con un occhio al frutteto, ai daini ed ai cinghiali, ed anche a GattOtto che si diverte a farmi gli agguati notturni, quando mi sono ricordato di collegare due cose apparentemente distanti, e cioè....


Questa è una delle tante immagini di Lincoln Harrison, un fotografo australiano; piazza la macchina fotografica a lunga esposizione ed ecco il risultato, uno spettacolare cielo stellato che mostra il movimento delle stelle, ho conosciuto per caso i suoi scatti girando nel web.


E questa invece è la Notte Stellata, uno dei dieci quadri più famosi di Van Gogh, dipinto nel 1888, durante il periodo di ricovero in manicomio. E mi son detto:
eh quel geniaccio di Vincent?!


2 commenti:

  1. stasera c'è la super luna!!
    qui piove, magari da te no... potresti organizzare un bel raduno di lombardi a guardarla tutti belli stretti stretti sul ciglio di un burrone...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. qui è nuvoloso e farà freddino... credo guarderò la stufa :)

      Elimina

I commenti sono graditi quando vengono espressi in modo maturo e costruttivo.