lunedì 23 dicembre 2019

Avere un animale o possederlo?

Una questione su cui mi sono interrogato è quella dell'avere o del possedere animali, e con questo mi ricollego in parte alle riflessioni del post precedente.
Qui in campagna ci sono gli animali da reddito, capre, pecore, galline e conigli, mucche ed i cavalli di un maneggio. Chi li ha, conosce esattamente non solo il loro valore economico, ma anche i loro bisogni e le loro necessità, e gli garantisce una vita degna. Anche i cani e i gatti, per la guardia, la caccia, per i topi, rientrano in questa visione utilitaristica, se così si può dire, trovo sia una sorta di collaborazione ad un fine comune.

In città ho visto molte persone che possiedono gli animali, li lasciano tutto il giorno in casa da soli, ed al massimo gli fanno fare il giro del palazzo per tre volte al giorno, credendo di aver fatto il loro dovere. gli danno il cibo, se l'anomale si ammala lo portano dal veterinario e alla sera lo trattano come un peluche, lo vestono con il cappottino quando escono con il freddo, lo tengono in braccio anche quando non è necessario e lo vezzeggiano come fosse un bambino ritardato.

Credendo di aver fatto il loro dovere, di essere dei padroni amorevoli. In questo modo creano degli animali disadattati, furiosi e repressi. Animali che nonostante questo li ameranno, scodinzoleranno al loro rientro a casa, accetteranno di essere tenuti prigionieri in un appartamento di pochi metri quadrati, in un giardino o in un cortile, di non poter pisciare quando lo desiderano, di non poter abbaiare, accoppiarsi o correre quando lo decidono.

Ha senso questo?

C'è differenza tra il possesso e l'avere un animale, dallo stabilire un rapporto di proprietà, un amore unilaterale, oppure una convivenza nel rispetto delle reciproche esigenze. Anche gli animali possono essere tristi o felici. E la libertà è una forma di felicità.





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